Chi dedica la vita all'eccellenza in qualcosa non sarà mai un essere completo.
Le ferite si richiudono e rimarginano lentamente in tutto il corpo. L’ondata di sollievo ha vita breve, perché senza neanche un colpo fisico o una motivazione, si riaprono improvvisamente e insieme ad esse altre, sottili ma numerose sul volto.
Non ho dubbi che la mia magia fosse riuscita, e che questa sia opera di Seraphine.
Questa consapevolezza però mi calma e mi da forza. La mia magia ha funzionato e mi ha ascoltato. Una placida confidenza mi pervade, come la fugace rassicurazione che si ottiene dal gettare uno sguardo a un tuo alleato in battaglia e trovarlo vivo, vittorioso e al tuo fianco. La magia è con me ed è parte di me e del mio corpo.
Ancora una volta la chiamo alla giuntura delle ali, più dolcemente e con pazienza, senza nemmeno gettare uno sguardo a Seraphine. Guarirmi una volta mi ha dato la misura di quanta energia ho, e di quanto effetto ha. Sento il mio corpo e le mie ferite, con quello sono sempre stata in sintonia, e dirigo la giusta quantità di energia verso ognuna di esse (se abbondo un po’, beh, è solo un pochino). Sono tante in tutto il corpo, braccia, gambe, volto. Come filamenti, come estensione del tatuaggio che è anch’esso parte di me, spingo la magia lungo il mio corpo, mi concentro su ogni ferita fino a sentirne esattamente lunghezza, larghezza e profondità e cancellarle con la magia.
Ciò che la battaglia insegna, la pratica affina.